La mia mente viaggia insieme alle onde, si muove con loro e accompagna i venti che accarezzano le acque. L’ispirazione che mi guida deriva dall’odore del sale e la creazione avviene toccando con mano i granelli di sabbia di una spiaggia, o spostando la superficie dell’acqua come per cercare tutto quello che si cela sotto di essa, splendidi coralli o cimeli di navi antiche. Tutto quello che creo ha una storia, un’identità, un’anima, e tenta in qualche modo di realizzare i sogni di chi come me vive tra maree e avventure. Il mio primo quadro deriva proprio dal desiderio di un amico Skipper che, dopo una lunga navigazione, mi chiese di arredare lo studio della sua barca “My Way”.
L’idea mi entusiasmò, e la mia mente iniziò a riempire gli spazi vuoti di quello studio con oggetti che stavo già immaginando, incastrati perfettamente con lo spirito della nave. In questo mondo che mi stavo creando nella mente e nel cuore avrebbe dovuto trovare spazio anche una richiesta specifica di Paolo, lo Skipper: un bellissimo quadro con i nodi marinari che gli ricordasse la splendida crociera, quella in cui per la prima volta mi aveva visto giocare incantata con le gomene per cercare di esprimere la loro anima con le curve sinuose di nodi che si intrecciavano.
In breve tempo terminai il progetto per la decorazione, e ne ero pienamente soddisfatta, ma mancava ancora qualcosa: non avevo trovato il quadro con i nodi che per Paolo era così importante. Iniziai così un’Odissea fra tutti i negozi di nautica che conoscevo, senza dare limite di prezzo, ma nessun quadro soddisfaceva le mie aspettative: non riuscivo a trovarne nessuno che rappresentasse quello che avevo in mente, o che potesse armonizzarsi con lo stile dell’arredamento che avevo realizzato appositamente per la “My Way”.
Approdai infine da Spinnaker Milano, che godeva di un’ottima fama soprattutto per la bellezza e il prestigio delle creazioni che offriva ai più sofisticati amanti del mare. Il titolare ascoltò le mie richieste e mi aiutò moltissimo nella ricerca mostrandomi vari quadri di altissimo livello. Nessuno, però, riuscì a emozionarmi o a sorprendermi: ero certa di non avere ancora trovato quello che avevo in mente per Paolo.
Delusa e amareggiata per l’esito infruttuoso della mia ricerca, restituii tutti i quadri al proprietario del negozio, che a queste sgradevoli sensazioni aggiunse la spiacevolezza di un commento inatteso: secondo lui, io ero la classica persona che entra in un negozio facendo perdere tempo al personale perché non sa minimamente quello che vuole. Io invece lo sapevo benissimo, solo che non lo avevo trovato.
Tornai da Paolo per raccontargli lo stato d’animo in cui tutti questi sentimenti negativi mi avevano messo, ma lui non volle nemmeno ascoltarmi e, con tono perentorio, mi disse: “Se veramente sai quello che vuoi, invece di far perdere tempo a tutti, realizzalo tu questo quadro che non esiste!”. Rimasi sbigottita e risposi dicendo che io non sapevo fare nodi, e lui di tutta risposta mi disse “Beh per quello esistono i libri!”. Non volevo darla vinta a nessuno, volevo e dovevo realizzare quel quadro, per me stessa, ma soprattutto per mostrare il mio valore, e la precisione dell’idea che avevo in mente.
Con una cima fra le mani, accompagnata dalle forti emozioni raccolte dal mare, facevo e disfacevo continuamente queste forme senza ancora trovare quello che stavo cercando. Il tempo che trascorreva sembrava infinito, dilatato dalla musica che come sempre mi accompagnava mentre cercavo di dare ai nodi un’espressione, la mia, che sui libri non era raffigurata. Ogni pezzo doveva esprimere un vero significato, ricercato fra i segreti che mi confidava il mare, dedicando a questa ricerca tutta l’attenzione che si meritava ogni singolo dettaglio. Dopo un anno di questo lungo travaglio, eccolo finalmente finito: fra le mie mani, di fronte ai miei occhi c’era quello che non avevo mai trovato altrove, ma che era dentro di me: era lui, il mio SAVOIA REALE. Non lo mostrai subito a Paolo, avevo un conto in sospeso da sistemare. Fiera del mio lavoro, raggiunsi immediatamente Spinnaker e andai dal titolare.
“Si ricorda di me?” “Come potrei dimenticarmi!”, rispose l’anziano signore.
“Ecco il quadro che stavo cercando!”.
Rimase sbalordito e mi pregò di riferirgli il nome del fornitore a cui mi ero rivolta.
“Questo quadro l’ho realizzato io”, risposi.
Il venditore senza perdere tempo si fiondò verso un cassetto e mentre raccoglieva dei soldi mi disse che l’avrebbe comprato a qualsiasi prezzo, ma la mia risposta lo lasciò senza parole:
“Questo quadro non è in vendita.”
Ritornai alla “My Way” e appesi quel quadro nel posto che gli era stato riservato ancor prima di concepire l’intero arredamento. Lo ammirai e realizzai che non si trattava solo di un quadro, ma che in questo lavoro ero riuscita a racchiudere tutte le emozioni che avevo condiviso con il mare.