Per chi ama il mare, incontrare sulla propria rotta un grande veliero è un’emozione che lascia sempre il segno. Se poi il veliero è l’Amerigo Vespucci, riconosciuto da tutti come la nave più bella del mondo e ammirato in tutti i principali boat show internazionali, e la rotta è quella della tua vita professionale, l’emozione diventa così grande da farti battere il cuore.
L’Amerigo Vespucci si è fatta avvistare sulla mia rotta durante la fiera internazionale di Genova, che allora vantava uno dei primi posti al mondo nel settore nautico.
Mentre mi muovevo fra gli ospiti che sfioravano le mie creazioni ispirate al mondo del mare, sono stata avvicinata dall’emissario di un prestigioso brand di abbigliamento che manifestava un grande interesse per tutto quello che aveva visto nello stand, dagli accessori per la tavola al tessile.
“Le sue collezioni avrebbero un grande successo a bordo della Vespucci” mi disse facendo accendere una luce nei miei occhi: provai un sentimento intenso di gioia e cominciai a sognare.
Mi vedevo a bordo della nave Vespucci, respiravo la sua storia ed ero rapita dall’immaginazione. Poi proseguì dicendo che, certo, a bordo di quella nave avremmo potuto vendere solo appoggiandoci a lui, perché per accostarsi a un mito del mare come quello servivano permessi e conoscenze che da soli non avremmo potuto avere.
La mia commerciale stava già iniziando a prendere accordi per la collaborazione, ma mentre loro parlavano io mi rendevo conto che i sogni non sono mai frutto di una partnership. I sogni nascono dal cuore di chi è aperto a farli spuntare, a coltivarli senza pensare alle opportunità diplomatiche e aziendali. Così, lasciando a bocca aperta il mio ufficio commerciale e i rappresentanti del famoso brand di moda risposi “Grazie, ma non sono interessata” e questo no rimase fermo, nonostante le settimane di insistenza.
Da quel giorno, però, la mia mente era già salpata verso una nuova avventura, immaginandosi tutto quello che avrebbe potuto esaltare la bellezza di una nave che ormai era costantemente nei miei pensieri.
Per circa un anno entravo nella mia casa laboratorio chiedendo se la Nave Vespucci avesse telefonato e la risposta, che era sempre “no”, non riusciva certo a farmi smettere di sognare.
E mentre questa domanda diventava un gioco che divertiva le mie assistenti, e anche me, le vele della mia creatività erano gonfiate dal soffio di una inarrestabile forza interiore.
Realizzavo prototipi di felpe, gilet, tute, borsoni, sacche da viaggio e molto altro, disegnavo un numero infinito di bandiere nautiche su nastri, simulavo ricami e smalti, tutto semplicemente BLU e oro nel profondo rispetto della nautica.
Praticamente stavo creando costose collezioni senza nemmeno avere non dico una commissione, ma almeno una richiesta, anche solo sulla parola.
Nessuno in azienda concordava quella che consideravano una perdita di tempo, ma una mattina alla mia consueta domanda “ Ha telefonato la nave Vespucci?” la risposta é arrivata: SI!!!! Si!!!!
Arrivai a Livorno in un attimo, i venti dell’entusiasmo soffiavano a mio favore, e quando salii a bordo gli occhi sembravano non bastare per raccogliere tutta la bellezza che mi aspettava.
Accompagnata dal personale di bordo, passai una giornata indimenticabile: passeggiavo e toccavo tutto ciò che mi era permesso sentendolo mio, colma di gioia per la sensazione che tutto quello che stavo vivendo lo avevo già anticipato nei folli mesi del mio lavoro senza commissione.
Un lavoro che i responsabili della boutique di bordo dell’Amerigo Vespucci sentirono subito loro, apprezzando la ricchezza delle proposte e acquistandole quasi tutte, eccetto alcuni capi ritenuti non idonei alla vendita di bordo.
Ma quando le cose nascono per amore, non riescono a restare a lungo chiuse nei cassetti: al rientro da questa meravigliosa esperienza molti dei capi che avevo disegnato durante il mio lungo trasporto creativo, e che non erano stati scelti per la boutique della Vespucci, si dimostrarono perfetti per quello che stava cercando Parah, la nota linea di costumi e moda per il mare.
E anche di questo successo devo ringraziare quella meravigliosa creatura che mi aveva trasmesso tutta la sua carica di bellezza e di fascino: grazie, Amerigo Vespucci.